Storia della razza Prazsky Krysarik

 


 

Il Prazsky Krysarik è probabilmente la razza canina Ceca più antica. La sua origine è legata indissolubilmente al bacino Ceco, da dove proviene.  Nella più antica documentazione scritta, relativa alla storia nazionale Ceca, si trova già menzione di questa piccolissima razza.

 Non ci deve confondere l’ utilizzo di nomi nella razza spesso comunemente utilizzati “ratlík” deriva dalla parola tedesca "Die Ratte” - ratto, in lingua ceca “krysařik” (ratter in inglese), il cane originariamente tenuto per uccidere ratti. Ancora oggi in alcuni cani di questa razza è  preservata la loro capacità di catturare i topi. Oggigiorno i Krysarik non  acchiappano più i ratti -  il ratto è una specie del tutto diversa, più feroce, e sta in gruppi più numerosi – è un avversario troppo forte per i Krysarik ...

La specie dalla quale il Krysarik ha acquisito il suo nome, non è l’ormai più diffuso Rattus Norvegicus, ma il ratto “Rattus Rattus” - parassita, soprattutto nei grandi magazzini di grano, dove danneggia non solo con il consumo diretto di cereali, ma anche perché contamina grandi quantità di scorte con sterco e urina, quindi li rende inutilizzabili per il consumo umano. Il ratto è anche portatore di diverse malattie infettive come il tifo, o la salmonellosi, ed è probabilmente l’ ospite principale della pulce, la quale ha diffuso l'epidemia della peste bubbonica. Il Ratto cerca un ambiente asciutto, sa arrampicarsi  molto bene e  vive perciò molto spesso in luoghi caldi e asciutti come stalle e fienili. Nei secoli precedenti il ratto era molto spesso presente negli insediamenti umani. Questo è il motivo per cui, nei primi anni del Medioevo, ha avuto una grande popolarità il nostro Krysarik:  una sorta di disinfestazione a quattro zampe.

Non sappiamo che aspetto aveva nelle sue origini, ma probabilmente simile a quello di oggi. Nel duro Medio Evo è sopravissuto senza problemi. Ha vissuto nei castelli, nei monasteri e nelle case patrizie, svolgendo il suo dovere di liberare le abitazioni dei loro padroni dai piccoli roditori.

Certamente non dobbiamo pensare che siano stai concorrenti dei gatti domestici, questi erano presenti soltanto a partire dal XV secolo e inizialmente solo tra i ceti alti della popolazione, cioè circa ottocento anni più tardi rispetto ai Krysarik ...

  Il Krysarik è stato, secondo i documenti contenuti nelle cronache, un cane tranquillo, sottomesso e affettuoso, di certo non un guardiano rumoroso. Conviveva nei canili e nelle stanze dei castelli con segugi, levrieri e mastiff; certamente non poteva attaccar briga con gli altri cani:  vista la differenza di peso non sarebbe sopravvissuto alle zuffe. Tuttavia,  è stato un cane vivace e veloce, con una congenita agilità e abilità acquisite durante la caccia ai roditori. Amava i suoi padroni, e per la sua indole docile,  affettuosa, buona e obbediente,  diventava facilmente un amico dei bambini.

La più antica menzione del Krysarik la troviamo dal cronista Eginhard, anche denominato Einhart (vissuto nel 770-840), che ha registrato nella sua cronaca un certo dono del principe boemo Lech     ( ricordo che probabilmente non si riferisce ad un nome proprio, ma ad un nome di rango nobiliare; ad es. la parola Lech è stata poi utilizzata per Duca) -  come gesto di amicizia e di buona volontà (forse come segno di tributo alla pace) ha regalato Krysarik all’ imperatore Carlo I il Grande, che invano aveva cercato di conquistare nell’anno 791 l’odierna zona centrale di Boemia.

Da fonti polacche veniamo anche a conoscenza di due Krysarik di origine ceca nei canili del re polacco Boleslav II il Temerario - a volte detto anche Boleslav il Generoso (che regnò negli anni 1058-1076 come principe polacco, e negli anni 1076-1079 come re di Polonia). Queste informazioni provengono dai registri del cronista polacco Gall Anonim (autore della più antica cronaca polacca), in cui afferma: "Sopratutto Boleslav il Temerario, la punta e lo scudo del nostro paese, dal suo allevamento prediligeva due Krysarik, nelle cui vene scorreva sangue non polacco, ma puro sangue slavo, sangue donato con sincero amore fraterno, dalla fraterna Boemia.”

Nella nostra letteratura ceca si menziona che è stato un dono del nostro principe Vladislav II, ma questa considerazione a me personalmente non sembra probabile. Boleslav II il Temerario era figlio di Kazimir Karol I, principe polacco (1039-1059) e della sua moglie Dobroněga Kijevskà. Sua sorella Svatava  era dal 1062 moglie del principe  boemo regnante Vratislav II  e probabilmente i Krysarik menzionati nella cronaca arrivavano da lui. .E’ un paradosso storico che, alla fine del governo di Boleslav II il Temerario è insorto contro di lui  suo fratello Vladislav I Herman (prossimo principe polacco) che sposò Judith, figlia del nostro principe Vratislav II (e prossimo re boemo).

Altri dati ci giungono con un certo intervallo di tempo dalle cronache francesi. Queste sono citate dallo storico  Jules Michelet, nel suo lavoro Storia della Francia (Histoire de France), dove rinviene  il dono di tre Krysarik di origine ceca regalati, durante la sua visita in Francia,  dal re ceco Karel IV al re francese Charles V (era l'autunno del 1377). Re Charles V alla sua morte lasciò in eredità al figlio Charles VI due dei tre Krysarik. Quello che accadde al terzo, non è menzionato.

Sicuramente in quell’ epoca non erano i soli tre Krysarik menzionati nelle cronache. Un altro riferimento a loro è legato al prossimo re ceco Venceslao IV (1378 – 1419) che, anche se generalmente non amava i cani, era affezionato agli alani (uno dei quali è diventato fatale a sua moglie, Johanna Bavarese, la quale era stata sgozzata da uno di loro), e ai Ratter, tanto da venire  spesso rimproverato dai sacerdoti di questo “indegno diletto”. Anche durante le sue visite segrete ai locali e alle terme di Praga era accompagnato dal suo Krysarik preferito, portato da un suo servo dentro una specie di borsa.

Menzioni di cani provenienti dalla Boemia troviamo anche  nella biografia di Giovanni di Berry, che fu uno dei 13 figli del re di Francia Giovanni II  e di sua moglie Bona di Lussemburgo, che era la figlia del re Giovanni di Lussemburgo. Questo nobile era un amante dei cani e il suo serraglio di animali in quell’ epoca era famoso, vi facevano parte anche i cani di Boemia. I cani che erano presenti alla corte di Giovanni di Berry, usati per la pulizia sotto i tavoli dei banchetti, sono addirittura raccontati in uno dei manoscritti illuminati meglio conservati del 15 ° Secolo, con il nome “Le ricche ore  del Duca di Berry (Très Riches Heures du Duc de Berry,) del 1410.

Un'altra citazione la troviamo in particolare nei materiali storici a partire dall’ epoca dell'imperatore Rudolf II. (1576-1611). Anche questo monarca cercava la pace tra i cani – quelli da caccia, due chihuahua e tutto un branco (si parla di diciotto esemplari) di Krysarik. Possiamo citare il prof.  Weiss.: "Rudolf II. (1576-1611) ha sempre trovato conforto e una mente lucida in mezzo a un branco di cani da caccia e a quattro Krysarik. Dagli originali quattro, ne sono discesi diciotto: una esemplare dimostrazione del lavoro di selezione”.

Nello stesso tempo allevava i Krysarik  Wilhelm von Rosenberg nella corte Burgravia di Praga, e molto probabilmente anche nei suoi possedimenti in Boemia meridionale. I Krysarik in quel periodo si rivelavano nel birrificio Imperiale a Krušovice: Rudolf II aveva emesso un decreto che  determinava in almeno cinque il numero di Krysarik che dovevano essere presenti nel birrificio.

Un esempio di raffigurazione contemporanea del  Krysarik, la troviamo disegnata su una antica piastrella che è stata trovata durante una ricerca archeologica nel castello di Praga(*).

(*) La piastrella è stata trovata durante una ricerca archeologica del Lobkowitz Palace (n. 3), più precisamente nel riempimento,  con le altre simili,  che servivano per compensare le disuguaglianze nella parete. E’ datata all’ inizio del 17 secolo, le dimensioni sono: altezza: 315 mm, larghezza: 308 mm, profondità: 78 mm. Smalto verde trasparente. La piastrella è stata incollata  e completata.

Il destino di inglobazione  ceca, divenne quasi fatale ai Krysarik - La sconfitta alla Montagna Bianca ebbe come conseguenza una minor importanza per la nazione Ceca, per il Castello di Praga e anche per i cagnolini Prazsky Krysarik. Fortunatamente, i rappresentanti di questa razza si erano già diffusi negli strati sociali più umili, dove sono sopravissuti per molte generazioni senza grandi riferimenti storici. Ma col tempo i loro discendenti ritorneranno presso le teste coronate

Anche a  Karlovy Vary veniva allevato il Krysarik, che ha dato una nuova base per l'allevamento di Vienna. Proprio da qui prese una femmina l’ Arciduchessa Maria Teresa (*Firenze 14.1.1767, +Leipzig 7.11.1827) figlia dell'imperatore Leopold II e di Maria Luisa di Spagna, e la moglie di Anton re di Sassonia (* 27.12.1755, + 6.6.1836)). I suoi cuccioli divennero gli antenati non solo dell’ allevamento viennese, ma anche dell’allevamento degli Asburgo Toscani che si portarono i cuccioli da Vienna in Italia e poi anche nelle loro terre di Boemia occidentale.

Al di fuori dei riferimenti nelle cronache, i Krysarik venivano ritratti nei dipinti della corte reale e imperiale di Praga, nei dipinti dei Rosenberg, e nei dipinti degli ospiti delle terme di Karlovy Vary (i nobili Russi e Sassoni amavano particolarmente farsi ritrarre durante i soggiorni nelle terme), così come  nei dipinti delle corti viennesi e toscane degli Asburgo. Il problema è nel cambiamento dei colori dei dipinti – i Krysarikr sono quasi tutti neri e focati, ma guardando il colore delle facce umane sui quadri antichi (spesso ricordano fortemente il viso dei mulatti), si può pensare quindi che i Krysarik fossero anche marroni e focati. E questo porta ad un altro punto su cui desidero soffermarmi: la variabilità di colore dei cani.

Guardando le razze canine nazionale ceche ci accorgiamo che in Boemia sono stati più popolari i cani neri con le focature marroni (Bohemian Shepherd e oggi l’estinto Mastiff Boemo). Questo colore è tipico anche per i Krysarik. In considerazione del cambio cromatico dei vecchi dipinti,  si può ovviamente pensare alla possibilità di ulteriori colori: Krysarik marrone e focato.

Secondo i registri tenuti da Wilhelm von Rosenberg, a corte Burgravio in Praga, egli allevava un’altra variante di colore: Krysarik blu e focato. Nello stesso periodo i Krysarik di colore giallo si rinvengono nel birrificio Imperiale a Krušovice (vedi il citato decreto imperiale di un numero minimo di cani). A Karlovy Vary allevavano (probabilmente fino alla Seconda guerra mondiale) un’ altra varietà di colore - Arlecchino (bianco e nero pezzato), è da qui che proviene la femmina che a Vienna ha dato le basi ad un nuovo allevamento (anche questo arlecchino, ma con un colore marrone scuro a macchie nere o marrone scuro su manto argento grigio o grigio rossiccio).

Se valutiamo bene i dati forniti, troviamo senza dubbio che dall’anno 800 il Krysarik è indissolubilmente legato con il paese ceco: dodici secoli , più che sufficienti per impegnarci a mantenerlo per le generazioni future ...

Tratto da:

Igor Hroznata Adamovič,

Wikipedia,

Amministrazione del Castello di Praga,

Mgr. Martin Černý.

 

 

AnimalCrossingItalia